Scartamento ridotto

 

Sono momenti così – t’avvolgono dinamiche che non intendi, ondeggi ondivaga di sensazioni ostili nello stomaco. Amarezze altrui s’assommano in uno stile di vita che, oggi almeno, ti opprime. Inspiri-espiri-inspiri vai incontro alla notte (o, chissà, magari al giorno).

“Renditi felice da te: lo sarai se avrai capito che veri beni sono quelli cui è commista la virtù; sono mali quelli cui è congiunto il vizio. Nessuna cosa splende se non è pervasa dalla luce; nulla è in ombra, se non ciò che sta nelle tenebre o ha ricevuto la proiezione di un corpo oscuro; nulla è caldo senza l’ausilio del fuoco; nulla è freddo senza aria; così le azioni non possono essere buone o cattive se non sono in intima unione, rispettivamente, con la virtù o col vizio. Che cosa, dunque, è il bene? E’ la conoscenza della realtà.” [sempre Seneca, dalle Lettere a Lucilio]

APDEIT: Da Unts c’è un post-fotocopia di quanto attualmente attraversa lo stomaco (anche, a quel che pare) della sottoscritta …

Looking for a motive

 

Hai lasciato che t’accecasse, il fascino e la vitalità, l’incanto della parola. Hai temuto il rumore del vuoto che la frattura avrebbe lasciato. Si ricompone invece piano quel puzzle, nel tuo andare felpato e il suo inseguirsi la coda, come un cucciolo di micio tutto vita e energia. Come riesci ogni volta? Come dimentichi sempre quanto ‘tirino’ le labbra di una ferita in rimargino? E tuffi la testa nel nuovo volume, è lì, quasi sempre, il conforto.

Pare che nelle postille si riconosca la mano. Ebbene. Quandanche. “Medea … vive tranquilla nel suo paese agli estremi confini del mondo civile, la Colchide, onorando la dea Ecate, di cui è sacerdotessa. Ma quando Giasone sbarca, il suo destino cambia. Medea si innamora … prima era timorosa, sempre incerta sul da farsi, tormentata all’idea di dover scegliere tra dovere e amore …” (Cantarella, L’amore è un dio) [ovvio che io ‘tenga’ per una Medea prima dell’amore …].

Mésaventures

 

Angeli custodi

(Prologo: per motivi diversi Medea si trova affidataria della nipote, figlia della sorella, per un pomeriggio; Sissi ha dieci anni, ma sotto alcuni aspetti è più adulta della zia)

(Medea): A un certo punto non trovavamo più l’automobile (era parcheggiata più in là di quanto ricordassi) e la bimba mi fa: “dai, zia, non innervosirti così”.
(Amici): Infatti non è che ci fosse da innervosirsi poi tanto. Lei era tranquilla, non è vero?
(Medea): Già, ma io avevo la responsabilità di una bimba di dieci anni.
(Amici): Sì, ma alla bimba non pensi, all’enorme responsabilità che si era accollata, di dover badare a sua zia?

E se questi sono gli amici …

Présences

 

Struggimento radioso al pensiero che tu mi sia accanto. Ancora così forte l’impronta della tua mancanza che l’incanto che tu possa, oggi, guidarmi, mi dà la vertigine. Frammenti di prosa, e nomi, e numeri. Amerei sdraiarmi e sognare che quel tono, così forte nella mia memoria, quelle note di basso suadenti con la esse strisciata, sussurrassero ancora. E ancora non credo, è fatale.

“Se sapremo conservare con cura e serenità le doti fisiche e le inclinazioni naturali come beni di un solo giorno e fugaci, se non saremo loro schiavi né soggetti al potere delle cose esterne, se le occasionali gioie del corpo per noi avranno lo stesso posto che hanno le truppe ausiliarie e quelle armate alla leggera nell’esercito (devono servire, non comandare), allora di certo saranno utili alla mente. L’uomo non deve lasciarsi corrompere e dominare dagli eventi esterni e deve fare affidamento solamente su se stesso, sicuro di sé e pronto a tutto, insomma artefice della propria vita. La sua sicurezza non manchi di conoscenza e la conoscenza di costanza. Siano sempre saldi i suoi principi e le sue decisioni non subiscano modifiche.” (Il maestro Seneca condensa in sé una filosofia millenaria).

Les voies des autres

E’ che proprio non salgono, parole che t’appartengano, è che piuttosto che premere ‘pause’ preferisci il plagio.

“Non so come continuare. Ma questa dipendenza del dover continuare è ancor più cattiva delle altre. Non ha una fine ma non continua. E poi questi accessi di debolezza. Diramarmi, e poi restare così immobile da convincermi di non essermi mai mosso. E’ possibile che io abbia paura. Oppure che abbia molti impegni. Forse di paura nemmeno l’odore. Sappiamo solo girare la testa, nascondere il volto, e digrignare i denti rabbiosi. Questa lingua così adoperata. E’ ancora notte, quasi; ed ogni volta che apri gli occhi aspettando la sveglia la notte sbiadisce nei quadrati delle finestre. Non ho quasi più le dita, ho quasi un anno di più: non bado all’una come all’altra cosa. Tutta l’estate… inutile parlare del passato. Non si fa mai niente. Il parlare di questi è inutile quanto il vento, smuove correnti rabbiose che si infrangono su scogli inscalfibili. Perdi pure i tuoi giorni. La decisione da prendere è presa già nel momento in cui si pensava forse di pronunciartela.” (Grazie a Marvin, che esprime stasera un ennui che è duro a passare).

Voyelles – e vocalizzi

S’incantano i pensieri all’illusione di adesso. Vorresti far andar le dita sulla tastiera senza badare alla forma che ne risulta. Vorresti non venir posseduta, la fretta apparente di una sveglia tardiva, invidii il gatto che ti russa accanto. Due righe, tempo che aggiungi al tempo che non hai, non puoi esser diversa, arrendiamoci.

Performativi i pensieri, per oggi, di Aldo Schiavone (Storia e destino, Einaudi 2007): “La velocità della tecnica ha spiazzato il resto della nostra civiltà, che non riesce, per ora, a tenerle dietro – nello scarto … c’è tutto il disagio della nostra epoca …: la perdita della storia, azzerata dalla rapidità onnivora dei cambiamenti; l’oscurarsi del futuro; l’eclisse del pensiero dialettico, scomparso nel riverbero di un presente che vede solo la parte di sé stesso che corre di più …” (by the moment it’s all, folks).

(Clair)voyant ou voyeur?

Galleria Yossi Milo

Rimugini, t’impelaghi, al solito. Poi – a quattro mani, al solito – t’avvi, decidi. Ché cogli per radio la fonte, e t’incanti. Poi cerchi. Un fotografo nippone, Yoshiyuki, nel ’79 ha colto e seminato lo scandalo. Son foto di coppiette nascoste nei parchi di Tokyo. L’allibente non son le coppiette, ma i voyeur colti dalla macchina a guatare nascosti. Impallidisci al quesito: che genere di voyeur può mai dirsi chi guarda le foto? E a quale varietà di rara abiezione appartiene chi invita i voyeur che lo leggono a farsi voyant di foto di voyeur? Quale la malattia che mi induce ad indurvi sul sito?

La mostra newyorkese è dell’anno passato, gli scatti sono del 1979. Si trovano qui. Approfondimenti in una pagina recente dell’Herald Tribune (International).

Conversations muettes

Mezquita - Cordoba

C’è divario fra vita e scrittura. La codifica in segni dei vaghi pensieri ristagna e s’impiglia fra i segnali del mondo. Quando un sabato di pigro risveglio si muta in un botta e risposta di raro respiro, e i già pochi appigli morali soccombono ad un arruffìo-sentimento fatale. E la parola del mondo non è, oggi, la parola con chi non ascolta, ma il dialogo sorretto da amore che non vuole parole a puntello.

E t’incantano, ché sono i tuoi stessi con l’assenza ‘par excellence’, che è quella del padre, i dialoghi di Fatma col marito defunto: “Io credo all’imprescindibile necessità della scienza, sono convinto che la miseria … sia causata dall’ignoranza, ho capito quanto sia assolutamente necessaria una rinascita, un risveglio della conoscenza …” (Orhan Pamuk, La casa del silenzio).

Di ninfe, e viaggi, e altri mondi

Wildblumen

E divaghi concentrica. Si diramano vibrazioni e cerchi nell’acqua al tuo fare. Pure tu ti esperisci immobile, ignara di impatti e impressioni. I frammenti di racconto di te che ti tornano ti disappartengono. E’ come olio sull’acqua la vita degli altri, ti scivola senza impregnarti. Ma aneli la parte di te che si lascia assorbire. T’inquietano questo fiato corto, il tremore e la voce roca …

auf wiedersehn Lili Marlene
reparlez-moi des roses de Göttingen
qui m’accompagnent dans l’autre Allemagne

ich habe eine kleine Wildblume
eine Flamme die zwischen den Volken blüht
d’Allemagne j’ai une petite fleur dans le coeur

Free Burma – per una Birmania finalmente libera

Free Burma!

E’ noto a tutti quel che accade in Birmania. La mia è solo una voce fra tante, grata della libertà d’opinione che vige nel mio paese. Basta violenze, basta soprusi, libera voce in libero stato. Per questo, per domani, sarò in silenzio (come tanti altri).

Via Donatella